E’ una mattina assolata e in auto ci dirigiamo a due miglia a sud di San Antonio dove si trovano dislocate quattro antiche missioni spagnole risalenti ai primi anni del 1700. Queste quattro missioni, insieme, costituiscono il San Antonio Mission National Historical Park.
La prima missione che incontriamo è quella di Concepcion fondata dai Francescani nel 1716: si trova ancora in una zona di San Antonio che definirei urbana…e in effetti non mi colpisce più di tanto poiché ha perso quell’aspetto di abbandono che è così tipico, ad esempio, delle missioni del New Mexico.
Intendiamoci: la chiesa è molto bella e ben tenuta …però ci sono cose che stonano, tipo corsi di fitness nel parco antistante!!!
Breve sosta, qualche foto… e via!
Arriviamo a San Josè, che tutte le guide turistiche indicano come la più bella ( non sono d’accordo!)
E’ giunta a noi perfettamente conservata: troviamo un semplice portone di legno che interrompe le possenti mura di cinta e da lì si entra in un immenso cortile con molti alberi.
Tutto intorno stanno gli alloggi degli indigeni e, di seguito, gli edifici dove veniva loro insegnato un mestiere, il latino, lo spagnolo e la religione.
La Chiesa si trova al centro del cortile, molto grande e scenografica.
Su un lato si trova una piccola finestra detta “finestra della rosa” particolarmente decorata: una leggenda dice che è opera di un falegname spagnolo che l’avrebbe scolpita come simbolo di un amore tragico. La sua amata Rosa, infatti, durante la traversata dell’oceano per raggiungerlo qui dalla Spagna, sarebbe scomparsa in mare.
La terza missione che incontriamo è San Juan de Capistrano: si differenzia dalle altre per l’aspetto più snello e l’abbagliante colore bianco.
Intorno si trova un bellissimo giardino con frutteto.
Adesso il caldo è veramente insopportabile…via!
E arriviamo all’ultima missione, Espada, la mia preferita.
Perché?
Intanto ci vuole un certo impegno per trovarla: è come se si volesse nascondere da occhi indiscreti…e per me la riservatezza delle missioni, così come dei monasteri ( ma a ben pensarci anche delle persone!!!) è tratto di valore.
Poi è la più antica in quanto venne fondata nel 1690 e quindi conserva elementi forse più rudimentali, ma
decisamente dal sapore originale.
Infine è la più piccina , raccolta su se stessa, aggraziata da piante e fiori poco appariscenti ma che danno l’idea dell’amorevolezza nella cura.
I love it!
Certi luoghi invitano davvero alla riflessione, al desiderio di lasciar andare la mente a rincorrere solo quei pensieri che vorremmo poter inseguire ogni volta che vogliamo. Cosa che poi in realtà non sempre si può fare…
Così ci fermiamo qui e aspettiamo…la giornata è bella, la vita, oggi, è bella …poi si vedrà…
Il dono
Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: “È oggi”:
ad ogni giorno che tramonta io dico:
“Sarà domani”. Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.
Ada Negri