UNO TIRA L’ALTRO…

Immagine

I ricordi sono difficili da dominare…quando inizi uno tira l’altro…

Il Generale Sherman mi ha fatto pensare ad un suo simile, ma molto più piccolo e anche coraggioso.

Si trovava in bilico su un canyon profondissimo  le sue radici sembravano avere paura del vuoto, si erano come raddrizzate e parevano aggrapparsi con disperazione a quel terreno arido e polveroso.

Ma la pianta stava lì immobile, come un soldato di guardia ad uno spettacolo inimmaginabile: da dove stava si poteva spaziare con lo sguardo sul Bryce Canyon e i suoi milioni di pinnacoli bianchi e arancioni.

Come biasimare il suo attaccamento alla posizione: anche io farei carte false per poter godere di quella vista ogni giorno!!!

Immagine

 

GENERAL SHERMAN TREE

GENERAL SHERMAN TREE

E’ proprio mentre si attende di partire che i ricordi dei viaggi precedenti affiorano.
Una delle più strabilianti e commoventi meraviglie della terra che io abbia mai visto è….un albero! Ebbene sì! Tre anni fa, siamo partiti da Los Angeles e abbiamo guidato per 4 ore, su una strada di montagna tortuosissima: ad un certo punto ricordo di aver pensato “Ma chi me l’ha fatto fare di sopportare una sfacchinata simile, fra caldo e curve, per arrivare a vedere un albero?!”
Poi giunti a destinazione, ci siamo accorti che per vedere LUI avremmo dovuto camminare nel bosco per una buona oretta…ma questa è stata la parte piacevole.
Finalmente siamo arrivati al suo cospetto.
Il Generale Sherman è un imponente esemplare di sequoia gigante . Si tratta di uno degli esemplari più alti al mondo di tale specie, raggiungendo gli 83,8 m. e si può considerare il più grande organismo vivente per volume.
L’albero si trova nella Foresta gigante nel Parco nazionale di Sequoia, a est di Visalia in California e si ritiene abbia tra 2300 e 2700 anni.
Venne chiamato così in onore di William Tecumseh Sherman, un generale della Guerra di secessione americana, dal naturalista James Wolverton nel 1879.

E fin qui i dati tecnici…
Ma l’emozione di trovarsi davanti a un essere che ha visto avvicendarsi secoli e secoli di storia e che ancora ne vedrà ( follia umana permettendo!) e inenarrabile…. è solo da provare.
Mi sono scusata con il Generale: come potevo pensare che una meraviglia simile fosse a portata di mano, o meglio di occhio…
Solo questa esperienza vale il viaggio fin laggiù.

Che bella la vita!

Cosa bisogna ricordare di mettere in valigia?

Sì,d’accordo, le scarpe comode, il maglioncino di scorta, la crema solare, il medicinale d’emergenza, il k-way, un cappellino strategico, la sciarpetta salva collo, gli occhiali da sole, …. Ma davvero, quando siamo lontani da casa, di cosa sentiamo la mancanza? Che cosa avremmo voluto portare con noi ….che invece proprio non si può?

La mancanza più grande è la sicurezza del conosciuto, la coccola affettuosa della vista quotidiana dalla finestra della camera da letto, il saluto immaginario del mio piccolo ulivo, la compagnia della schiera consolatoria dei miei mille amati libri, il profumo di casa,…

Una rinuncia necessaria, che porta con sé innumerevoli nuove conoscenze e possibilità, che apre la porta al desiderio dell’ignoto.

Che bella la vita! Un concentrato di contraddizioni servito con un pizzico di incoscienza.

Unknown

E che il Signore sia con noi!

Emozioni

biblioteca-emozioni

 

Per decidere di fare qualcosa ci vuota un attimo, per mettere in pratica la decisione, un po’ di più.

Abbiamo lavorato per mesi a questo progetto poichè gli aspetti che dovevano combaciare erano parecchi :serviva  trovare l’università giusta che proponesse  il corso di inglese adatto e della durata consona alle  nostre esigenze, trovare un appartamento che consentisse di essere vicino alle zone strategiche, preparare tutta la documentazione, i visti, le vaccinazioni, le assicurazioni che servono per entrare negli Stati Uniti e in particolare in una università, prevedere in tutto questo anche gli spazi per il nostro desideratissimo on the road…..

Ormai rimangono poche cose materiali da sistemare…tante emozioni invece da gestire….

Con la testa io sono già là, mi sento chiusa in un limbo di attesa e ho come la sensazione di attraversare le giornate senza coglierne l’importanza e ne sono infastidita : sono fermamente convinta che ogni attimo vada vissuto intensamente e quando vivo la vita quasi con disattenzione e poca riconoscenza me ne dispiaccio.

Ma è il prezzo e al tempo stesso la bellezza dell’attesa… del viaggio, dell’evento, del futuro…

E che il Signore sia con noi.

L’attesa

Unknown

Chi non ha mai provato quella sensazione di precarietà che ti  avvolge alla vigilia di un viaggio?

E quel dibattersi fra il desiderio di anticipare la partenza e l’ansia di aver, forse, poco tempo per organizzare tutto al meglio?

Ogni volta credi sarà diverso e ogni volta ritrovi dentro le stesse emozioni, le stesse sensazioni….

Quest’anno per me e mio marito è tutto un pochino amplificato: non siamo mai rimasti lontano da casa per più di un mese…ma questa volta saranno due e… molto lontano…quasi dall’altra parte del globo…la costa ovest degli Stati Uniti.

Non è la prima volta che ci rechiamo in California, ma la particolarità di questo viaggio sta nel fatto che vivremo là, in un appartamento e  condurremo una vita relativamente “normale”, cioè non esclusivamente da turista, fra scuola e  faccende quotidiane vissute in un ambiente completamente nuovo, con una lingua differente e sicuramente  con consuetudini diverse.

Non ci risparmieremo, ovviamente, le visite turistiche….ma, certamente, sarà un altro modo di vivere un paese straniero.

Nella seconda parte del viaggio, invece, ripeteremo un’ esperienza che considero una delle più formative della mia vita: un viaggio on the road che attraverserà alcuni stati del West americano: l’approccio sarà proprio quello dell’andare dove la strada ti porta, assecondando gli incontri che il destino ci porgerà…

E che il Signore sia con noi.