Da Las Vegas la strada per il Gran Canyon è molto lunga, ma sicuramente non si può dire che sia monotona: il panorama muta in continuazione, dal deserto, si passa a zone di montagna dai colori più svariati e poi a tratti boschivi …e lentamente, senza quasi accorgersi si sale verso l’altopiano che permetterà la vista del Grand Canyon. Si arriva a quasi a 2000 metri….infatti nella zona adiacente ci sono zone boschive ricche di fauna. Ecco l’ incontro che abbiamo fatto appena arrivati!!
Siamo giunti al North Rim , il versante che permette le vedute più suggestive della zona poco prima del tramonto. Ero molto ansiosa di vedere il Grand Canyon: avevo letto molto sull’argomento e visto così tante fotografie che le mie aspettative erano altissime. Ma….
Non c’è nulla che possa prepararti al Grand Canyon! Non importa quanto si abbia letto sull’argomento o quante immagini si siano viste.
La visione è sempre mozzafiato.
La mente sembra quasi incapace di concepire uno spettacolo di questa portata, semplicemente si soccombe e per lunghi istanti ci si sente una nullità, si rimane senza parole e senza fiato e si prova solo un inenarrabile sgomento davanti a un spettacolo così immenso, meraviglioso e silenzioso.
Ricordo di essermi avvicinata al punto di osservazione con circospezione, come quando si tergiversa di fronte alla possibilità di scoprire una verità che tic potrebbe rendere incredibilmente felici o potrebbe farci soffrire molto.
La gioia è stata immensa.
Mi sono trovata davanti a un abisso spaventoso: una distesa infinita di forme bizzarre e colori, di luci abbaglianti del deserto e ombre impenetrabili, di promontori spogli e pinnacoli d’arenaria svettanti e impossibili da scalare. Così impassibile e remoto non può deludere, ma al tempo stesso ti fa sentire annientato.
In effetti le proporzioni del Grand Canyon sono oltre l’umana comprensione: misura un chilometro di profondità, 10 di larghezza e 130 di lunghezza. Dentro ci starebbe l’intera Manhattan!!
Una delle cose che mi ha colpito è il silenzio: il Grand Canyon inghiotte i rumori. Regna un incombente senso di spazio e di vuoto: là in mezzo non succede nulla. Giù, giù in fondo al Canyon scorre il fiume che l’ha scavato: il Colorado River. Seppure sia largo un centinaio di metri, dall’alto appare sottile e insignificante…tutto è rimpicciolito da questa immensa voragine. Quasi due miliardi di anni della storia della Terra sono emersi alla luce grazie all’azione del Colorado e dei suoi affluenti, che in milioni di anni hanno eroso strato dopo strato di sedimenti, e grazie al sollevamento del Colorado Plateau.
Non si può descrivere questo miracolo della natura. E’ l’unico posto che io abbia visto dove fare fotografie non serve davvero a niente : la sensazione che hsi prova quando si guarda nel canyon non può essere immortalata; si rimane a guardare e pensi di essere su un altro pianeta. Semplicemente una meraviglia infinita… e capisci che l’uomo può “costruire” ma solo la natura CREA.
È stato uno spettacolo incredibile.. Si tratta dello scenario più meraviglioso che io abbia mai visto. Se andate negli Stati Uniti, non perdetevi questa miracolo della natura che vi rimarrà dentro per tutta la vita.
La fiera dei miracoli
Un miracolo comune:
l’accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l’abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull’acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l’acqua sia poco profonda.
Un miracolo all’ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l’inimmaginabile
è immaginabile.
Wislawa Szymborska