HOUSTON: LA CITTA’ CHE NON C’E’

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E’ domenica e ci aggiriamo in auto per grandi vie poco trafficate. Sono le undici di mattina e all’esterno la temperatura raggiunge già i 35 gradi…non oso pensare a come sarà fra poche ore. Nessun passante per le strade, nemmeno un cane ( sì, sì,  intendo proprio un quattrozampe…nemmeno quelli hanno il coraggio di farsi vedere in giro). Arriviamo nella downtown e qui, dove in realtà pensavamo, più che in altre zone, di non trovare anima viva, dato il giorno festivo e gli uffici chiusi, accade l’imprevisto: la zona è particolarmente animata. Guardiamo meglio: sono tutti senzatetto che presidiano la zona…stanno lì seduti sui marciapiedi, coricati sulle panchine…apparentemente in un’attesa senza tempo.

Procediamo e ad un incrocio ci accorgiamo che molte auto si “imbucano” nell’ingresso di un parcheggio sotterraneo, sopra sta scritto “The Galleria”. Li seguiamo ed entriamo nella pancia di Houston, la città che non c’è.

A Houston si vive sotto terra. La vera città è quaggiù: le persone scendono in questa brulicante e labirintica galleria, come tante formiche impazzite, e qui camminano, mangiano, si divertono, comprano, vendono, Ma non è un grande centro commerciale …..è proprio una città sotto la città.

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Ma qual è la vera città?

E’ questione di sopravvivenza: a Houston il clima è veramente estremo, non esiste una stagione che dia la possibilità di vivere all’aperto esperienze piacevoli: troppo freddo in inverno, troppo caldo d’estate. E così l’impressione che si prova arrivando qui è di trovarsi su un palcoscenico, fra coreografie di cartapesta che servono a dare l’idea della città, ma che se appena ti avventuri a sbirciare fra mille pertugi, trovi il nulla ad accoglierti.

In questa città che non c’è, lontano, lontano dalla cartapesta, si trova però un luogo che potrebbe dare un significato a tutto il resto: si chiama Old Town Spring. E’ una zona periferica che ha mantenuto intatto il sapore di inizio ‘900, grazie ad una accurata opera di ristrutturazione: è una comunità di negozi, ristoranti e musei dove è possibile vivere momenti nostalgici di un passato non così lontano.
E ancora una volta per vivere Houston ci si deve affidare ad un trucco: non più la cartapesta, non più il nascondiglio sotterraneo, ma la macchina del tempo che cerca di ingannare un presente fastidioso.

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E poi l’inganno prosegue, come un gioco di specchi o come il gioco dei contrari: dal passato al futuro… ”Houston, abbiamo un problema”!. Eh sì. Il Johnson Space Center è qui: da qui partì la conquista(?) della Luna. E allora vediamolo. Chissà…magari le avventure nello spazio, qui tanto celebrate, riusciranno a colmare l’insoddisfazione che lascia la visita a questa non città.

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E che malinconia per ciò che mai qui si vedrà…per non sapere mai quanto è bello Rio Bo…

Rio Bo 

Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però…
c’è sempre disopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso…
occhieggia con la punta del cipresso
di rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l’ha
una grande città.

(Aldo Palazzeschi)

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