E’ la più bella città degli Stati Uniti che ho visitato finora!
Circa quattro anni fa, mentre da lontano iniziavo a scorgere il profilo di San Francisco, rimasi affascinata da questa visione : era come se la città si fosse lentamente adagiata accanto al mare e, magnificamente, da lì, osservasse l’oceano aperto da un lato e la sua baia dall’altra.
Questo fu il primo approccio con la città. Successivamente, quando iniziammo a visitarla e a conoscere i vari quartieri, mi resi conto che l’attrazione che provavo per lei non era motivata solo dalla bellezza del contesto naturale, si trattava di qualcosa di più.
Era come se nell’aria, negli edifici ma anche nelle persone, fosse rimasto impregnato il profumo delle mille idee,talvolta rivoluzionarie e spregiudicate, che qui avevamo visto la luce.
Probabilmente era un condizionamento dovuto alle tante letture che avevo fatto su questa città, ma davvero mi sembrava di ritrovare qua e là, in scorci cittadini o in sguardi vivaci, il flower power degli hippies, o le battaglie di movimenti politici avanguardisti e, ancora, le prime forme di outing omosessuale…
Insomma, io percepivo che il nuovo e il diverso in questa città non solo erano ben accetti, ma anche cercati e voluti.
Così, ho amato ogni singolo istante trascorso in “The City” ,come la chiamano gli abitanti: ho avvertito quel feeling, quell’indescrivibile non so che così intensamente che, ancora oggi, ripensandoci, ho l’impressione di sentire il profumo pungente e salmastro di quei luoghi.
E la gente, che meraviglia!! Mille etnie che si confrontano, si mischiano.
Uno dei posti che ho visitato dove davvero il crogiolo di razze non richiede molte spiegazioni è il City Farmers Market: qui trovi indiani d’Asia e Indiani d’America che fianco a fianco cercano gli ingredienti per i loro piatti tipici, oppure giapponesi e russi…e in un tripudio di odori, colori, sapori.
Per tutti questi motivi, San Francisco è una città più da vivere che da vedere. Il suggerimento numero uno che posso dare è di fare un giro con il caratteristico Cable Car, una via di mezzo fra tram e teleferica: le vetture sono nello stesso tempo musei e simboli su ruote che consentono la visione di insieme di alcuni quartieri.
Il secondo suggerimento, sempre seguendo la nostra esperienza, è di camminare molto: infatti questa è una delle poche città americane dove i pedoni trovano gli spazi adeguati per muoversi ed è davvero piacevole fare il su e giù da queste strade in salita e discesa così ripide.
E mentre si cammina capita di vedere al centro della baia di San Francisco, Alcatraz, l’isola famosa perchè ex sede dell’omonimo carcere di massima sicurezza. Quest’ultimo era noto per l’estrema rigidità con cui erano trattati i detenuti e poiché sembrava impossibile ipotizzarne una fuga (da qui prende anche il nome di “The Bastion”). Molti nomi illustri, come Al Capone, passarono parte della loro reclusione in questo carcere. Il nome Alcatraz (che in spagnolo significa “Pellicano“) deriva dai numerosi pellicani presenti nell’isola.
Ma una delle mete del mio girovagare per la città è stata La City Lights Bookstore che è la più famosa libreria di San Francisco. È ricordata come ritrovo della beat generation e di uno dei suoi maggiori interpreti ed esponenti, Jack Kerouac. Inutile dire che mi hanno dovuta trascinare per riuscire a schiodarmi da lì!!
Poi, sempre camminando, abbiamo raggiunto Lombard Street che è famosa per il celebre tratto di Russian Hill, composto da ripidi tornanti. E’ una strada che, con una pendenza che arriva al 20%, è riconosciuta per essere la “strada più tortuosa del mondo“.
A poca distanza la Transamerica Piramid: è la costruzione più alta di San Francisco con i suoi 260 metri di altezza; è anche caratterizzata da una particolare forma piramidale con base quadrata che la rende un punto di riferimento del Financial District e uno dei simboli più evidenti della città.
Arrivati sul lungomare la meta più famosa è Il Pier 39 che è un vero e proprio centro commerciale ed un’attrazione turistica costruita su un molo di San Francisco: è soprattutto famoso per la presenza di numerosi leoni marini della California. Il molo è situato sul bordo del distretto di Fisherman’s Wharf e ospita negozi, una sala video, spettacoli di strada, l’acquario cittadino (Aquarium of the Bay).
Qui l’ultima sera abbiamo cenato in un locale chiamato Crab House con un arredamento delizioso in tipico stile marinaro con reti da pesca, e granchi ovunque. Il piatto tipico è il granchio, lo dice il nome stesso del posto, in particolare il killer crab ovvero il grande granchio rosso tanto famoso a San Francisco.
E da lì,maginifica, la vista del Golden Gate!
A proposito del Golden Bridge Gate, il ponte sospeso sul Cancello d’Oro, lo stretto che collega l’Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco…. per poco abbiamo rischiato di andarcene senza aver avuto la possibilità di vederlo!!!
Il motivo? E’ presto detto: durante il nostro soggiorno di tre giorni devo dire che abbiamo trovato giornate fresche ma non piovose; tuttavia la nebbia, al nostro arrivo, ci aveva accolto in modo abbastanza inaspettato. Infatti per ben due giorni ci era stato impossibile vedere il Golden Gate Bridge che era completamente avvolto dalla foschia.
Poi, finalmente, l’ultimo giorno, San Francisco ci ha fatto il regalo: spazzata via la nebbia!! E così…eccolo, finalmente, con il suo caratteristico color arancione, il simbolo della città.
Ma Il ricordo più bello è un altro: le case…così in bilico, così delicate, così tenere…a guardarle da fuori mi hanno dato una sensazione di famiglia, di calore,di intimità. Ecco, potrei quasi dire di aver trovato la mia casa dei sogni. 🙂
“Le sue case [di San Francisco], sormontate qua e là da inquietanti grattacieli,restano per la maggior parte commisurate all’uomo, e i loro toni pastello, azzurro, bianco, rosa o verde pistacchio, conferiscono alle vie l’aspetto di un gelato misto.”
Yourcenar, Marguerite