Dicono che una delle attività che maggiormente abitua al silenzio sia la lettura.
Sin da bambina ho amato leggere. Precoce, a quattro anni, grazie a un fratello di vent’anni più grande che cercava in ogni modo di distrarmi da una realtà non proprio felice, iniziavo a leggere le mie prime parole. E da lì non ho più smesso.
Amo il silenzio che si crea intorno, anche se silenzio vero non c’è, quando si viene ammaliati da una storia, da un intreccio, da un fiume di parole dolci e amare. Niente può sostituire l’intensità e l’intimità di quei momenti.
Questo pensavo sino a pochi mesi fa.
Ma il deserto ha cambiato tutto.
Una prima percezione della immane potenza che uno spazio silenzioso e sconfinato può avere l’avevo percepita mentre mi trovavo seduta sulle bianche dune del deserto di gesso in New Mexico: la mancanza di un riferimento uditivo, oltre che visivo, che fosse indice di vita, di altro diverso da me, mi aveva segnato talmente che, ancora, dopo giorni da quell’esperienza, mi sembrava di avvertire un vuoto intorno a me.
Poi Australia. Red center. Un deserto rosso, roccioso, selvaggio, ostile. E ancora una volta il silenzio che prende il cervello, che lo attraversa e ti costringe a fare i conti con pensieri che nel rumore quotidiano nemmeno ti accorgi di avere. Ma questa volta la sensazione di vuoto lascia il posto alla percezione di essere in contatto con il vero sé, con ricordi che non riuscivo più a trovare.
Ho rivisto me stessa bambina che, nel silenzio, cerco ristoro nelle pagine di libri amati. Ho rivisto mia madre che pettina i miei capelli mentre sfoglio il fumetto del giorno. Ho rivisto mio padre che cerca pazientemente di spiegarmi un gioco enigmistico.
E così, nel deserto, il silenzio mi parla e usa parole affettuose e consolanti.
E riprovo quell’intensità e intimità che soltanto la lettura mi aveva saputo regalare.
I libri sono miei amici da sempre, il deserto lo sarà da ora.
Ma il silenzio è il mio migliore amico.
KAHLIL GIBRAN
Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l’anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina al cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d’esilio.