L’impatto con Atlantic City non è stato dei più felici.
Devo dire che venivo da Philadelphia, dove avevo sperimentato due giorni di full-immersion nella storia americana e pertanto non ero pronta a passare in maniera così repentina all’aspetto “futile e leggero” della vita ,se vogliamo chiamarlo così…
Sto parlando della vista, alquanto sconfortante, di gruppi di pensionati americani scendere dai pullman ed entrare nei numerosi casinò per fare la fila davanti alle slot machine. Atlantic City, al primo impatto, ci è sembrata solo questo: una serie innumerevole di casinò a tema ( estremo oriente, antica Roma, Far West,…) alternati a discoteche e grandi hotel di lusso.
Siamo anche entrati in un paio di questi casinò e devo dire che l’ambiente ci è apparso sempre lo stesso: molto rumore, poca illuminazione, innumerevoli tavoli da blackjack, poker e dadi. In realtà, oltre queste strutture si apre un’ ambientazione quasi tropicale!! Innanzitutto sul lungomare si apre l’estesa boardwalk, una passerella sull’oceano piacevolissima da percorrere: è usanza qui, ma non è cosa per noi :-), farsi un giretto sulle rolling-chair, specie di risciò a tre ruote spinte a mano, con due posti a sedere; solitamente ci si fa portare in uno dei numerosissimi locali dislocati lungo questa passerella.
Noi abbiamo preferito dirigerci verso la spiaggia che è veramente splendida: dune di sabbia bianchissima, poco affollata nonostante la stagione estiva e brezza piacevolissima.
Ricordo di aver trascorso un pomeriggio molto rilassante osservando l’oceano da quella spiaggia …proprio l’opposto di quanto mi era successo nella città gemella di Atlantic City, Las Vegas, dall’altra parte del continente americano.
Nonostante le evidenti similitudini, in quanto città regina del gioco d’azzardo, Las Vegas mi era apparsa comunque molto diversa da Atlantic City.
Quando l’avevo visitata, un paio di anni prima, ero rimasta sconvolta per la mancanza di alternativa rispetto al gioco d’azzardo e allo shopping selvaggio.
D’accordo che si trova nel bel mezzo del deserto, però…
Las Vegas non lascia scampo ai visitatori: o sei un giocatore accanito, o sei uno shopping dipendente, oppure…e questo è il terzo aspetto che mi aveva lasciata di stucco, sei a caccia di avventure sessuali. La sera del nostro arrivo a Las Vegas, ricordo che, a parte il caldo infernale, più di 40 gradi anche con il sole ormai tramontato, mentre camminavamo per raggiungere un ristorante, allineati sul marciapiede dello Streep, la via principale, c’erano decine di uomini che facevano schioccare con le dita dei cartoncini producendo un picchiettio, che suonava come un richiamo. Solo più tardi abbiamo capito che erano offerte di prestazioni sessuali e su quei cartoncini erano indicati i numeri da chiamare.Ma la cosa sconvolgente è che l’offerta veniva fatta in maniera plateale: non importa che, come nel nostro caso fossimo una coppia,c’era chi si avvicinava a me e chi si avvicinava a mio marito! Allibita!
Per il resto, i casinò di Las Vegas sono indubbiamente migliori di quelli di Atlantic City: maggior cura dei dettagli, ricostruzioni fedeli di ambienti con uno studio sicuramente approfondito.
Io sono rimasta davvero sbalordita da alcuni Hotel-Casino: The Venetian, The Luxor e il Bellagio.
The Venetian costituisce il più grande complesso alberghiero del mondo, con più di 7.000 stanze. Nella zona antistante l’ingresso sono rimasta strabiliata : mi sono ritrovata di fronte, riprodotti fedelmente in scala 1 a 2, il campanile di San Marco e il ponte di Rialto. Identici! In più c’è un lago artificiale che prosegue all’interno della struttura con un canale, che costeggia la zona del centro commerciale e viene percorso da riproduzioni fedeli delle tradizionali Gondole Veneziane. Il cielo artificiale all’interno segue l’illuminazione reale, dall’alba, al tramonto. Molto suggestivo!
ll Luxor Hotel, dove abbiamo alloggiato, ha come tema portante l’antico Egitto, infatti la forma a piramide lo rende uno dei più riconoscibili hotel-casinò della città. È l’unico Hotel al mondo provvisto di “inclinators”, ossia speciali tipi di ascensori che salgono e scendono in senso obliquo (sono inclinati di 39°) seguendo l’inclinazione della piramide. Li ho odiati! Per me, che soffro di claustrofobia, già salire su un ascensore non è il massimo, figuriamoci su un inclinetor! Bah…!
Il Bellagio, invece, è modellato sullo stile delle case e del paesaggio presenti sul Lago di Como. All’ultimo piano dell’albergo c’è un museo e una galleria d’arte, inoltre dinanzi all’edificio sono presenti delle famosissime fontane semoventi che ad orari stabiliti “danzano” su melodie italiane. Io sono rimasta incantata dai lampadari presenti nella hall: tantissimi vetri di Murano dai mille colori, veramente molto eleganti.
Comunque gli hotel scenografici sono innumerevoli…ecco alcune immagini.
Ma tornando ad Atlantic City, proprio poche settimane fa leggevo che sembra ora destinata a diventare la nuova Detroit e cioe’ la seconda citta’ americana a dichiarare bancarotta.
Infatti, soprattutto negli ultimi due anni , con la nascita di casinò in altre località, molte strutture hanno chiuso e questo lascia temere che la città possa ripiombare nella decadenza degli anni del dopoguerra, quando girare per strada senza essere derubati era una sorta di miracolo.
Ora con migliaia di nuovi disoccupati e strutture gigantesche destinate a diventare fatiscenti se non recuperate adeguatamente, la città deve ricostruirsi un’identità, magari puntando sul turismo “vero”, con il recupero e la valorizzazione delle sue bellissime (e quasi deserte) spiagge e di quella passeggiata che l’ha resa famosa prima, molto prima, dell’arrivo della prima slot machine.
Ciò che dovrebbe prevedere anche chi governa il nostro paese: valorizzare le nostre bellezze artistiche e naturali, anziché imbruttire le città (e le persone !!) con la concessione selvaggia di possibilità di apertura a sale giochi e casinò!!!
Ma nonostante la globalizzazione, e l’annullamento dello spazio temporale dovuto all’avanzamento nel campo delle comunicazioni, noto che dagli errori di altre nazioni e di altri popoli non si impara nulla. Ho letto che si sta assistendo ad una corsa alla distruzione materiale e morale del nostro pianeta e di chi lo popola.
Triste…ma purtroppo,credo, profondamente vero.
Nessun uomo è un’Isola
Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perchè io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
John Donne