IL MURO

A me è successo.

A San Antonio arrivi, entri in un hotel, ti assegnano la camera e il facchino, messicano, ti porta i bagagli fino in stanza ( e guai se ti azzardi a portarli tu).

Poi esci, ti incammini e durante il tragitto che ti porta verso il centro cittadino vedi diversi operai edili, messicani, al lavoro.

Poi ti accorgi dei netturbini, messicani, che tengono puliti i marciapiedi.

Arrivi nella piazza principale, cerchi una bibita fresca e vai da un ambulante, messicano, e la compri.

Adesso è ora di pranzo: ristorante, ordinazione, consumazione, conto, mancia alla cameriera messicana.

Ritorni in hotel e incontri una signora delle pulizie, messicana, che ha appena sistemato la tua stanza.

Ma,mi domando, è questo il paese dove il “Muro della vergogna” continua a resistere?
E’ qui che gli immigrati clandestini messicani sono visti come la peste?

Entro in camera e cerco di capire meglio.
Leggo qualcosa….

Leggo che “Il Mexican Wall “ noto anche come “muro della vergogna” è una barriera che corre lungo quasi mille dei tremila chilometri di confine fra gli Stati Uniti e il Messico: è una frontiera di morte ( come la frontiera fra il Nordafrica e l’Europa con la differenza che il mare è sostituito dal deserto…)

images copia

Leggo che secondo stime ufficiose, il numero di vittime lungo il confine si aggira oggi intorno alle 900 all’anno e che Il muro del Messico in certi punti della frontiera, per esempio presso città come El Paso, proprio in Texas, è un vero e proprio muro di cemento. Più spesso è una barriera fatta di legno e di metallo, con l’aggiunta di filo spinato o elettrificato.
Nelle zone più desertiche e inospitali, è una successione di barriere reali e barriere virtuali: tratti di confine sorvegliati da telecamere e sensori, a loro volta monitorati dalle guardie di frontiera.

Leggo che sta aumentando la fiorente economia che prospera intorno al Mexican Wall: contrabbandieri di clandestini, i coyotes, che si arricchiscono guidandoli (o abbandonandoli) nel deserto; costruttori di tunnel che si inabissano in Messico e spuntano fuori negli States; spacciatori di droga e di armi

Sono quasi alla fine della lettura….

Leggo che tra il 2013 e il 2014 almeno 1185 clandestini sono morti per strada. Le cause sono diverse: annegamento nei fiumi in piena, disidratazione (nel deserto), assideramento (sulle montagne), la fame o la sete durante le marce che possono durare una settimana e, infine, anche per mano dei banditi e i predoni di frontiera.

images

Leggo che l’episodio piu’ grave e’ avvenuto lo scorso agosto, quando un gruppo di 12 migrantes (tra cui tre donne e un bambino) tento’ di raggiungere un paese in Texas, attraverso una fogna, con un diametro di un metro e venti. Sette di loro, investiti da un’ondata violenta di melma, affogarono nella cloaca solo pochi minuti prima di sbucare in superficie nell’eldorado Texas.

Ho finito.

Ogni giorno ci sono centinaia di persone che iniziano un viaggio, il viaggio della speranza.

Pochissimi arrivano a destinazione.

Sulla strada rimane tutta la vergogna di questo mondo.

Unknown

Sono una stella

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo,

disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.

Sono il mare che di notte si infuria,
mare che si lamenta,

pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.

Sono bandito dal vostro mondo

cresciuto nell’orgoglio e dall’orgoglio tradito,

sono il re senza terra.

Sono la passione muta
in casa senza camino,

in guerra senza spada


e ammalato sono della propria forza.

( Herman Hesse)

images-1

Un pensiero su “IL MURO

I commenti sono chiusi.