24 agosto, Moab
Arriviamo all’Arches National Park dopo aver percorso alcune miglia da Moab, una cittadina satellite nata in questa zona dello stato dello Utah, proprio come punto di appoggio per le escursioni nei vari parchi rocciosi che si possono raggiungere da qui.
Il parco è un’ area naturale protetta degli Stati Uniti che conserva oltre 2000 archi naturali di arenaria, includendo il famoso Delicate Arch oltre ad una varietà di formazioni geologiche uniche.
Il parco copre una superficie di 309 km², e la sua altitudine varia tra i 1723 m e i 1245 m. Dal 1970 42 archi sono crollati a causa dell’erosione.
All’arrivo, tappa obbligatoria al centro visitatori. Finalmente si parte alla scoperta dei tesori del parco!
Subito ci accorgiamo che nonostante la meta sia il Delicate Arch, in realtà anche solo le suggestive formazioni rocciose che si susseguono nel percorso valgono i tanti chilometri percorsi per arrivare fino a qua.
Parcheggiamo l’auto e ci avviamo con zaino e acqua abbondante per il percorso fra le rocce che ci porterà all’Arco simbolo dello stato dello Utah: la via è abbastanza faticosa sia per il caldo, sia per il tracciato in salita, a volte anche ripido.
Dopo un’ora arriviamo alla meta: le parole non possono esprimere la meraviglia e, purtroppo, temo nemmeno le immagini. Un miracolo della natura, solo questo.
Lasciamo il parco per dirigerci a Canyonlands; è un’area protetta che comprende alcuni dei paesaggi caratterizzati dall’erosione del fiume Colorado, a monte del Lago Powell, in un ambiente semi-desertico. La superficie del parco, istituito nel 1964, è di 1.366 chilometri quadrati.
Anni fa avevamo già visitato il Grand Canyon, che per me rimane l’espressione massima della natura , e pertanto eravamo scettici riguardo la visita di questo parco. Ci sbagliavamo. Anche in questo caso la parola alle immagini….il nome “Island in the sky” che viene data a questa porzione dell’area protetta, è più che meritato.
Questa è l’ultima tappa del nostro viaggio. Lascio questi luoghi col cuore leggero e lo spirito rinfrancato.
Domani, altri 600 chilometri per arrivare a Denver dove ci attende l’aereo che ci riporterà in Italia.
Non voglio aggiungere altro se non che… il viaggio non è terminato, sta già continuando nella mia immaginazione.
Arrivederci America!