PHOENIX E SEDONA

16,17 agosto, Phoenix

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Phoenix in realtà non si può definire una città vera e propria ma piuttosto un conglomerato di una ventina di cittadine collegate da superstrade. Arrivando dal deserto appare come un gigantesco centro commerciale all’aperto nel bel mezzo di una distesa pianeggiante e arida, contornata da rilievi.

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Phoenix è la capitale dello stato dell’Arizona, ed è l’ottava città più grande di tutti gli Stati Uniti: è normale che avendo 3 milioni di abitanti, possa apparire dispersiva.Il clima, poi, non aiuta: non più di tre settimane fa la città è stata investita da una furiosa tempesta di sabbia !In effetti qui Il clima è desertico: caldo e secco in quasi tutti i periodi dell’anno, con punte estive che possono superare i 40 gradi.  Al nostro arrivo abbiamo toccato i 42!!! Terrificante! In realtà, per fortuna, dopo il primo impatto abbiamo scoperto, spostandoci fra i vari distretti che anche al caldo torrido ci si può adattare…movimenti lenti, acqua sempre a disposizione e …quando non se ne può più un bel giro in un centro commerciale!! 🙂 

Poiché siamo arrivati che era già pomeriggio, abbiamo deciso di concentrarci nella visita dei quartieri che vengono considerati più interessanti.
Siamo partiti da quello in cui è si trova il nostro hotel, Scottsdale: le guide lo indicano come il più chic perché vi si trovano le grandi catene di hotel internazionali e centri commerciali scintillanti.
In realtà la parte più carina che abbiamo visto è la zona centrale: è composto da piacevoli isolati con bar e negozi di souvenir e dalla zona della old town che dovrebbe dare un “assaggio” del selvaggio west.
Qui, ad alcuni edifici del XX secolo ne sono stati aggiunti altri di recente costruzione, proprio per ricreare le ambientazioni del vecchio West.  

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Ci siamo poi spostati, rigorosamente in auto, nella zona chiamata Tempe, dove si trova la sede dell’Arizona State University: la via principale, dove egli studenti possono prendersi una pausa dagli studi, è la Mill Avenue con caffè, ristoranti e negozi. Questa parte di città mi è piaciuta molto, meno artificiale e, grazie alla presenza di molti giovani, più vivace.

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Ci stavamo rilassando passeggiando per queste vie, quando a un certo punto, in maniera repentina, si è levato un vento molto forte e, nello stesso tempo, in cielo, ci siamo accorti che alla luce sfolgorante del sole si stava sostituendo un cielo minaccioso.

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Di corsa alla macchina e ..incredibile a dirsi: piove! E soprattutto in cielo ci sono fulmini a non finire! Paura!
A Phoenix penso che vedano la pioggia due volte in un anno: ecco, possiamo dire: “noi c’eravamo!!!!” 🙂

Fortuna che è durato poco…

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Il giorno dopo era in programma l’ escursione in giornata a Sedona, una piccola cittadina conosciuta dal 1981 come sede di potenti energie terrestri che si dice provengano dalle imponenti rocce rosse che la circondano: è una località new age esplosa quando la scrittrice e veggente Page Bryant affermò che a Sedona era “il charka del cuore del pianeta”. Intendeva dire che qui si trova un vortice nel quale le energie psichiche e elettromagnetiche possono essere incanalate per ottenere armonia non solo personale ma anche planetaria.
Viene ormai soprannominata la nuova Santa Fe ( altra località new age) perché per la città ormai si trovano quasi esclusivamente esperti e adepti che scandagliano la psiche umana, angeli protettori, cristalli magici, misticismi di vario tipo).
Ciò che a noi interessava, però, era lo spettacolo del paesaggio circostante che è davvero meraviglioso: qui infatti sono stati girati gli esterni di molti film.

Sulla via dell’andata abbiamo visto moltissimi cactus  sulle colline circostanti; il paesaggio lentamente si è poi trasformato da pianeggiante in montuoso.

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Arrivati all’ingresso di Sedona, la prima tappa  al visitor center è stata molto istruttiva: abbiamo trovato la spiegazione del colore rosso delle rocce e molte informazioni su fauna, flora e reperti archeologici trovati in zona. Molto bello un espositore con indicato “Then” e Now” per mostrare ai bambini quale funzione avevano certi reperti, mostrando loro con quali strumenti moderni oggi sono stati sostituiti.

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Abbiamo quindi diretto l’auto verso una delle tante piste che permettono l’avvicinamento a punti panoramici e devo dire che ne è davvero valsa la pena: le rocce cambiano colore intensità ad ogni variazione del cielo…da rosso scuro, quando passa un carico nuvoloso , a brillante, quasi accecante, quando il solo non dà tregua.

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Non trovo le parole per esprimere l’emozione che ho provato: tutto intorno un caleidoscopio di colori e riflessi…indimenticabile.

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Dopo esserci quasi ubriacati di queste meraviglie, abbiamo passeggiato per la via principale del centro dove ci sono negozi tipici e una architettura molto curata anche se un po’ turisitica.

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Sulla via del ritorno abbiamo decido di attraversare l’Oak Creek, un canyon anch’esso molto scenografico perché combina le rocce rosse con il verde dei boschi: davvero bello!

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