domenica 3 agosto, Santa Monica
Domenica abbiamo deciso di tornare a Los Angeles per assistere alla messa nella cattedrale e poi di fermarci alla spiaggia della città, cioè a Santa Monica.
Santa Monica è una città balneare, situata nell’omonima baia, ed è circondata per tre lati dalla contea di Loa Angeles.
Fu chiamata così dagli spagnoli che visitarono l’area in cui sorge la città nel giorno dedicato a Santa Monica, madre di Sant’Agostino.
Il principale collegamento tra Santa Monica e il centro di Los Angeles è costituito dalla Santa Monica Freeway, o Interstate 10, la più grande autostrada est-ovest degli Stati Uniti del Sud e una delle più trafficate di tutti gli Stati Uniti ( ne sappiamo qualcosa…sigh.. per fare poco più di 14 miglia ci abbiamo impiegato un’ora e mezza!)
Arrivati a Santa Monica, dopo aver lottato per un parcheggio, abbiamo iniziato la nostra passeggiata dalla zona centrale dove si trova la Third Street Promenade, che attraversa tutta la cittadina ed è l’unica grande via pedonale di tutta Los Angeles: è una specie di centro commerciale all’aperto, disposto su tre isoalti dove si può passeggiare, fare shopping senza preoccuparsi delle automobili. Il tutto è allietato da suonatori di flamenco o dallo spettacolo di artisti di strada che si cimentano in acrobazie hip-pop.
All’estremità sud della Promenade, superato un centro commerciale, siamo arrivati finalmente al lungomare e al Pier: in effetti l’attrazione turistica principale di Santa Monica, oltre alle spiagge, è il molo, Santa Monica Pier, costruito nel 1909: è il luogo simbolo più irresistibile in città.
Vi si trovano giochi da baraccone, una giostra storica, una ruota panoramica, montagne russe e un acquario; ma davvero spettacolare è ciò che si offre alla vista, l’immenso oceano blu-verde e un arco di sabbia dorata che si estende per miglia e miglia.
Un breve giro sul Pier e poi una sosta sulla spiaggia per osservare il viavai di gente del posto ma anche dei numerosissimi turisti: fra l’altro da qui si vede la Original Muscle beach, dove verso la metà degli anni ’50 nacque la mania per il fitness che poi avrebbe spopolato in seguito in tutta la California del sud. Abbiamo notato la presenza di varie attrezzature ginniche e una schiera di super muscolosi “fanatici”. Mah….
Colgo l’occasione per descrivervi come gli americani vivono la spiaggia: la differenza più’ grande e’ che non esistono stabilimenti balneari.
Spesso le spiagge partono direttamente dalla così’ detta “boardwalk” oppure direttamente dalla strada. Sono spiagge che noi chiameremo “libere” dove quindi potete piantare il vostro bell’ombrellone e la sedia che vi siete portati da casa (come fanno tutti qua, guai a portarsi l’asciugamano solo come da noi!!). Solitamente sono del tutto free.
Le località’ di mare hanno spesso una così’ detta “boardwalk” che non e’ altro che una passeggiata appena dietro la spiaggia costruita con assi di legno e un poco sopraelevata che ospita negozi, luna park, bancarelle, ristoranti e chi più’ ne ha più’ ne metta. In pratica e’ il fulcro della vita serale e pomeridiana, tutti vi si riuniscono per la cena, per fare due passi, per approfittare di veri e propri luna park sulla spiaggia e per fare due chiacchiere.
Come dicevo in precedenza, l’americano medio che si rispetti non si fa mai mancare nulla, nemmeno sotto l’ombrellone. Ecco quindi presentarsi le scene migliori in spiaggia, quando si vede la famiglia arrivare con i carrelli da spiaggia che portano ombrelloni, giocattoli per i bambini, sedie da mare, cooler per il pranzo e l’alcool per l’happy hour. Gli americani non sono come noi che ci accontentiamo di un telo da mare sulla sabbia, qua tutti usano sedie da mare pieghevoli in alluminio con porta bicchiere/i incorporati! Un’usanza che si sta diffondendo anche in Italia e’ quella poi di piantare vere e proprie tende solari o gazebo per tutta la famiglia.
Per concludere, un enorme NO NO da tener presente quando si va al mare in USA: per i ragazzi/uomini mai e poi mai usare un costume da bagno che non siano pantaloncini o boxer da mare!!! Niente costumino formato mutanda o “speedo” come lo chiamano qua o sarete guardati come lo, scusate il termine, sfigato di turno che di certo non e’ del luogo.:-)
Quando eravamo stati qui nel 2008 ricordo che avevamo visitato un mercato meraviglioso: in effetti non si può dire di conoscere davvero Santa Monica fino a quando non si è esplorato uno dei suoi mercati agricoli all’aperto, riforniti di frutta e verdura biologica, fiori, prodotti da forno e ostriche fresche. Il mercato del sabato è quello più grande e forse ancora migliore di quello di L.A. per la frutta e la verdura, tanto che viene frequentato anche da famosi chef locali.
La domenica mattina, però, il mercato assume una dimensione più comunitaria, con musica dal vivo, la possibilità di montare in sella a un pony, una mezza dozzina di bancarelle di cibi pronti. Il tutto in un rigoglioso prato verde.
Ormai il sole sta calando e ci prepariamo per il ritorno a casa; camminando attraversiamo, proprio di fronte all’Oceano, la Route 66 che qui termina: è la prima grande autostrada americana che collegava un tempo Santa Monica e Los Angeles con Chicago, quella del mito americano del on the road. La guardiamo e mentalmente le diamo un “arrivederci” poiché fra qualche settimana la percorreremo per un breve tratto…a presto!
Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.
— Tiziano Terzani