GUERRA E PACE

Mercoledì 23 luglio, Long Beach

Più volte, passando sulla strada costiera di Long Beach, in questi giorni avevamo notato, da lontano, un grande transatlantico ormeggiato nel porto che, dall’aspetto, sembrava una nave ormai in disuso. Così ieri abbiamo decido di recarci fin là per osservarla da vicino e abbiamo scoperto che ci trovavamo dinnanzi ad una vera e propria attrazione del luogo.

Si tratta del transatlantico Queen Mary, costruita in Scozia, che intraprese il suo viaggio inaugurale come nave da crociera nel 1936.

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Durante la seconda guerra mondiale fu poi convertita a uso militare. Trasportò più di 750 000 truppe per oltre un milione di chilometri, guadagnandosi il soprannome Gray Ghost (“fantasma grigio”) per essere riuscita a sfuggire alla vista dei nemici percorrendo le rotte oceaniche.

Nel luglio del 1947, la nave ritornò all’uso civile e nei suoi anni d’oro è stata la nave passeggeri più grande e lussuosa del mondo e uno dei mezzi preferiti dalle celebrità internazionali (Greta Garbo, Fred Astaire, Clark Gable, Elizabeth Taylor, il duca e la duchessa di Windsor); poi subì anch’essa l’inesorabile declino dell’era delle grandi traversate via mare in favore del traffico aereo.

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Oggi la Queen Mary è ormeggiata nel porto di Long Beach ,è diventata un albergo e una nota attrazione turistica, ricca di testimonianze fotografiche che illustrano la vita a bordo e ricordano i suoi passeggeri più famosi. La sua mole è impressionante: 310 m di lunghezza e 81 237 tonnellate di stazza.

Siamo saliti a bordo e abbiamo potuto esplorare i centri operativi, gli alloggi degli ufficiali, le suite dei passeggeri, le sale da pranzo e la sala macchine. Ci hanno raccontato che la nave è anche servita per le riprese di alcuni dei più famosi film hollywoodiani come “Pearl Harbour” e “L’avventura del Poseidon.”

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Una parte della visita è totalmente dedicata ai misteri che avvolgono questa nave, primo tra tutti quello del fantasma di una donna vestita di bianco che infesta la piscina di prima classe; poi curiosa è  la leggenda dei fantasmi della Hms Curacoa (nave da guerra speronata e affondata dalla Queen Mary durante la II Guerra Mondiale): si dice  che gli uomini urlanti e il suono di metallo contro metallo dello schiacciamento può essere sentito sotto le piattaforme alla fine anteriore dell’estrema prua. Pare se ne vada in giro anche il fantasma di un macchinista, mancato durante un’esplosione in sala macchine: nel 1966, infatti, a18 anni l’ ingegnere John Pedder fu schiacciato da una porta stagna della sala macchine durante un’esercitazione antincendio e il suo spirito si dice aleggi a tormentare la nave. Uno dei luoghi più frequentati della nave è Cabin B340, che non viene più affittato a causa della estrema attività paranormale, che si crede sia il  il risultato dell l’omicidio di una bambina di 8 anni avvenuto proprio al suo interno. Alcuni visitatori, inoltre, dicono di aver visto donne eteree che indossano costumi da bagno del 1930 nelle zone della piscina.

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Certo la vita a bordo nei tempi d’oro, per quei passeggeri fortunati che se la poterono permettere, deve essere stata davvero un’esperienza entusiasmante: ho immaginato gentiluomini eleganti accompagnare al lounge donne aristocratiche in abito da sera, prima di andare a cena nella maestosa sala da pranzo.

E poi, negli stessi ambienti, ho visto truppe di soldati stanchi e affamati, desiderosi solo di tornare a casa e riabbracciare i propri cari…
L’eterna dicotomia di due strade parallele, che talvolta si intersecano, la guerra e la pace…

Fra l’altro, per uno scherzo del destino, proprio ancorato a fianco della Queen Mery si trova un sommergibile russo!! Si tratta del sottomarino sovietico Scorpion e quasi tutte le sue sezioni sono aperte al pubblico. E’ del 1972 ed ha terminato il servizio nel 1994.

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La visita ( da cui io mi sono auto-esonerata, tenendo conto della mia claustrofobia!) permette di osservare quasi tutte le sue parti: le zone degli ufficiali e dei marinai, il locale del sonar, la camera di controllo, i motori… Si vedono filmati che spiegano il sommergibile e la sua storia e misteri e leggende legati ai sottomarini visti dagli occhi dei marinai americani e sovietici dell’epoca della guerra fredda. Chi è salito afferma che è semplicemente incredibile come i marinai  potessero vivere in questi quartieri stretti e sott’acqua per così tanto tempo.

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Dunque, il transatlantico lussuoso e il sommergibile spartano, dicevo…guerra e pace.

Parlare oggi di guerra– a conflitto aperto e morti per le strade – significa inevitabilmente fare un riferimento al conflitto israelo-palestinese. Foto atroci circolano in rete, ingiustizie decennali sono rinvigorite, ideologie risvegliate, religioni scomodate e soprattutto, sono scomparse le possibilità di verità e di giustizia.
Credo sia immediata la pietà per le vittime, e doverosa, e giusta. Per tutte le vittime.Credo sia ovvia l’indignazione per i soprusi e la loro pubblica denuncia. Per tutti i soprusi.Perché la situazione mediorientale è molto più intricata e contorta di quanto appaia a facili semplificazioni, e credo che simpatie a parte, ideologie a parte, sentimenti a parte, valga sempre la pena ragionare e cercare di capire.

Leggevo i reportage di alcuni inviati di guerra in Palestina e tutti sono d’accordo nel rilevare che da ogni fronte si levano continuamente voci di pace; israeliani e palestinesi non sono solo popoli capaci di odiarsi ma anche persone capaci di perdonare e desiderare la coesistenza pacifica e la costruzione di un mondo diverso.
Sottolineano che non si deve mai confondere, MAI, lo stato di Israele e il suo governo con i sionisti, con gli ebrei, con la religione ebraica; né l’autorità palestinese col popolo palestinese, con gli arabi e con gli islamici. Le persone che vivono per le strade, ovunque siano queste strade, vogliono la pace.
E’ giunta l’ora! E’ giunta l’ora della pace! Se ci credeva Anna Frank, possiamo provare a crederci anche noi.

È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ci ucciderà, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno la pace e la serenità.”

Anna Frank – Diario

E, da insegnante, voglio concludere con questa poesia…

 

BAMBINI GIOCANO 

I bambini giocano alla guerra.
E’ raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E’ la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare: sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

   (Bertold Brecht)    

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