EL PUEBLO

21 luglio, El Pueblo e Pasadena

Los Angeles è stata fondata il 4 settembre 1781 da 44 messicani con il nome ufficiale di El Pueblo de la Reina de Los Angeles. La sua fondazione venne organizzata dal Governatore della Provincia delle Californie, Felipe de Neve, sotto gli ordini di Carlo III di Spagna.
Oggi i caratteri generali del Pueblo sono conservati in un piccolo quartiere storico, EL PUEBLO, denominato anche Olvera Street.

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Le undici famiglie di coloni reclutate rappresentavano la parte razziale della società del nord del Messico: erano di varie caste, la maggior parte meticci, mulatti ed indiani e soltanto uno spagnolo  si trovava nel gruppo.
Dopo alcuni anni anche molti italiani arrivarono a El Pueblo e la storia di queste famiglie è descritta molto bene in un depliant informativo “ History ot the italians at el pueblo”che abbiamo trovato nel centro visitatori della casa più antica del pueblo: villa Adobe.

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Vi si racconta che fin dal 1823 alcuni italiani, come Giovanni Leandri che aprì un general store e Mattia Sabicchi che invece gestì per anni un saloon, emigrarono dall’Italia per tentare l’avventura in queste nuove terre. Il depliant spiega che per la maggior parte queste famiglie italiane aprirono attività come locande, vinerie, ristoranti e general store.
Che dire? Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che l’intraprendenza italiana è davvero notevole!
Su Olvera Street esistono 27 edifici o case nominate come luoghi storici dagli Stati Uniti includendo la casa Adobe Avila, Pelanconi Casa, Pico Pio e la casa Sepulveda.
Villa Adobe è molto interessante da vedere poiché conserva alcune stanze di una casa del pueblo così come era agli inizi del 1800: vi si trovano la cucina, la stanza da letto e lo studio. Inoltre è presente un piccolo museo che espone oggetti di vita quotidiana e utensili relativi a quel periodo.

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Visitando questo luogo e leggendo le “imprese” dei nostri conterranei, mi sono soffermata a pensare a quali emozioni avranno provato questi antichi emigranti in cerca di fortuna: sicuramente si saranno sentiti spaesati e intimoriti, ma credo anche che li avrà sorretti una grande forza d’animo e la speranza di costruirsi un futuro migliore. Quante lacrime avranno versato, quanta nostalgia avranno provato per la loro terra?
Mi sono ritrovata a pensare ad una poesia di Ungaretti, “Silenzio”,che avevo studiato quando frequentavo l’istituto magistrale: a quel tempo non avevo capito quanto bene esprimesse la nostalgia del paese natale e il ricordo doloroso che permane più che nella mente, nel cuore. Leggendola si avverte forte la lacerazione del momento del distacco e dell’allontanamento e la malinconia che accompagna il presente come un abbraccio triste ma consolatorio.

SILENZIO


Conosco una città


che ogni giorno s’empie di sole


e tutto è rapito in quel momento.



Me ne sono andato una sera.



Nel cuore durava il limìo


delle cicale.



Dal bastimento
 verniciato di bianco


ho visto


la mia città sparire


lasciando 
un poco


un abbraccio di lumi nell’aria torbida


sospesi

Nel 1930, la zona di El Pueblo è stata chiusa e trasformata in un colorato mercato: l’attrattiva principale è rappresentata da Olvera Street, uno stretto passaggio lungo un isolato che è stato restaurato per ospitare un mercato messicano all’aperto.

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Oltre ai suoi ristoranti, Olvera St pullula di negozi e bancarelle che vendono oggettistica messicana di ogni genere, dagli oggetti in cuoio alle candele fatte a mano, oltre alle pittoresche piñatas di ogni forma e colore ( ci è stato spiegato che la piñata si utilizza durante le feste messicane e che romperne una quando si fa festa è una tradizione in molti paesi latino-americani)

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La piazza centrale, invece, è utilizzata dalla città e dalla comunità ispanica per feste ed eventi musicali e di danza: nella piazza, ombreggiata da fichi secolari, si trova una targa con i nomi delle famiglie che hanno fondato Los Angeles.

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Di fronte a El Pueblo si trova la Union Station, uno dei tesori architettonici di Los Angeles.
Inaugurata nel maggio 1939 – fu l’ultima delle grandi stazioni costruite negli Stati Uniti – nello stile tipico delle missioni spagnole, la stazione merita decisamente una visita.Vale la pena di visitare questo angolo di architettura che ci è stato proposto parecchie volte nei film che sono stati girati in questa città.
Sembra di ritornare indietro nel tempo perché tutto è rimasto identico a come è stato costruito nei primi del ‘900.
Bella la vecchia sala d’attesa con le lussuose poltrone in pelle, i luccicanti pavimenti in marmo decorati, i lampadari e la biglietteria dell’epoca.
il salto indietro nel tempo è anche facilitato dal passaggio nell’atrio di alcuni addetti della stazione che annunciano urlando i treni in partenza e usando una campanella: gli altoparlanti sono aboliti!!

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Siccome eravamo ormai entrati nel “trip” della storia 🙂 abbiamo deciso di concludere la giornata recandoci nella cittadina di Pasadena, a pochi chilometri dal centro di Los Angeles,nota per essere una comunità molto elegante, attenta al suo patrimonio storico ed estremamente tranquilla e accogliente.
E’ una delle città più vecchie e longeve della Los Angeles County, cui è stata annessa un centinaio d’anni fa.
Pasadena, ad una prima occhiata, pare immersa nella storia e nel buon gusto: bei negozi, bei musei ed edifici classicheggianti. Con i suoi ampi viali e i passaggi riservati ai pedoni, è straordinariamente vivibile e piena di atmosfera.

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Pasadena è famosa per tre motivi: perché ospita i festeggiamenti della parata di Capodanno – la Rose Parade- , per i suoi campionati sportivi al Rose Bowl e per il suo storico ponte ad archi.

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A Pasadena fu ambientato il film Il laureato, che riscosse molto successo negli anni sessanta. Anche la sit americana Brothers & Sisters – Segreti di famiglia è ambientata in questa città (in particolare la casa della madre dei protagonisti).
A noi è piaciuto molto passeggiare per questi viali così ampi e pulitissimi; ad un certo punto ,camminando senza meta, siamo arrivato in un cortiletto molto caratteristico e qui nell’aria c’era un buonissimo profumo di carne alla brace… Inutile dire come abbiamo concluso la serata!:-)

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