Redondo Beach, 17 luglio
Oggi passeggiata rilassante alla scoperta di nuove spiagge e nuove cittadine di mare: prima sosta Manhattan beach.
Il colpo d’occhio è notevole: sulla spiaggia, anziché persone palestrate e surfisti, come ormai sono abituata a vedere, ci sono decine e decine di campi per il gioco del beach volley! Poi il mistero è spiegato: Manhattan beach è il luogo di nascita di questo sport!
Il Pier centrale è abbastanza carino e la vista che si gode da lì è molto bella: si vede tutta la costa e da lontano si scorge la Palos Verdes Peninsula. Il vento è incessante e infatti anche qui spesso si svolgono gare di surf.
Se si fanno due passi nel viale del centro cittadino, fra taxi verdi che sfrecciano, ci si accorge che lo sforzo dell’amministrazione comunale è stato quello di renderlo più chic, rispetto al carattere marinaro che si respira in altri paesi di mare, ad esempio vietando la pesca sul Pier principale e consentendo l’apertura di diversi negozi lussuosi : ho trovato persino una boutique che vende esclusivamente scarpe e cioccolato e alla domanda del perché di questo singolare abbinamento, la risposta è stata che le donne di L.A. dipendono più di ogni altra cosa da queste due piacevolezze!
Comunque, il risultato non è dei più accattivanti: come si dice da noi, né carne, né pesce.
La seconda tappa é stata Redondo Beach: la cittadina ha un aspetto meno patinato di Manhattan Beach, ma decisamente più vero.
Centro cittadino alberato, parchi gioco affollati di bambini, negozietti caratteristici di souvenirs a poco prezzo: insomma un insieme rassicurante.
Il porto è affollato di pescatori che pazientemente aspettano la preda: l’oceano Pacifico è davvero pescosissimo!
In questa luce che ormai volge al tramonto, osservando lo scintillio del sole sul mare, provo la sensazione di essere sospesa nel tempo e di vivere un attimo di magia ; al tempo stesso provo una fitta dolorosa per la consapevolezza che mai più potrò rivivere questo attimo preciso…sono felice e triste nello stesso tempo…
Ode al giorno felice
Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.
(Pablo Neruda)
Fortuna che il nostro corpicino ci aiuta a sdrammatizzare e un certo languirono ci induce a dirigere i nostri passi verso un’insegna che promette bene: questa sera pesce grigliato e granchi fritti. Buon appetito !
In cambio dell’Ode al giorno felice, ti regalo questo piccolo pezzo della Woolf che descrive il mare, all’alba. Sembra di assistere alla scena in prima persona…è un’ emozione!
“Il sole non era ancora sorto. Il mare non si distingueva dal cielo, solo che il mare era ancora increspato, come una stoffa aggrinzita. Mentre il cielo sbiancava, una linea scura si stendeva a poco a poco sull’orizzonte a separare il mare dal cielo e la stoffa grigia si striava di fitte linee che si rinnovavano sotto la superficie, inseguendosi perpetuamente, una dopo l’altra. Nell’avvicinarsi alla riva ogni linea si alzava, si accumulava, si frangeva, e spazzava la sabbia con un tenue velo d’acqua bianca. L’onda si fermava poi tornava a ritrarsi, sospirando come chi dorme nell’altalena inconsapevole del suo respiro…” Ciao!
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Meravigliosa! Grazie!
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